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Storie e protagonisti

Curiosando su internet, una delle prime storie in cui mi sono imbattuta è stata quella del Monte Stella a Milano. Già citato negli scorsi post, non ho ancora avuto occasione di raccontare la sua storia, a mio avviso molto interessante. 
Siamo nel 1947, anno dell'VIII Triennale di Milano. L'architetto Piero Bottoni, nell'ambito della ricostruzione all'indomani della guerra, promuove la realizzazione del quartiere sperimentale QT8 (Quartiere Triennale 8), e di un parco al suo interno il cui fulcro è una collina artificiale il cui scheletro sono le macerie dei bombardamenti angloamericani del conflitto. Per l'architetto infatti, in una Milano dilaniata dai bombardamenti in cui non resta più niente, l'importante è saper partire proprio da quel niente.


il luogo in cui sorge attualmente il Monte Stella




Il nome Monte Stella è una dedica di Bottoni alla moglie Elsa Stella. La collina, alta 45 metri, nel progetto iniziale del 1946 doveva essere alta il doppio. Nonostante ciò, nel panorama pianeggiante di Milano, il Monte Stella rappresenta il punto di riferimento per atleti in cerca di dislivello. 





Il Monte Stella oggi

Pianta del Monte Stella




Una storia più antica che, inaspettatamente, riguarda le colline artificiali risale addirittura al 600 a.C. e ci spedisce in Babilonia, al palazzo del sovrano Nabucodonosor
Babilonia fu la più grande città del mondo antico e sorgeva dove adesso troviamo un’ampia distesa di collinette sabbiose. Proprio lì vi era il grande palazzo del monarca Nabucodonosor II che regnò tra il 604 ed il 562 a.C.
All’angolo nord- est del palazzo, presso la porta d’Ishtar (dea dell’amore), si trova un ammasso di rovine, archi in mattoni che gli archeologi ritengono possano essere stati la base dei Giardini Pensili che Nabucodonosor costruì per la sua regina. Questa aveva così forte nostalgia delle native colline della Media, che il re innalzò queste colline artificiali coperte di alberi e di verzura, in modo da darle l’illusione di trovarsi nel suo paese. Le strutture a volta presso la porta erano davvero la base di sostegno dei famosi giardini pensili di Babilonia, una vera e propria oasi lussureggiante nel deserto.




Ricostruzioni del Palazzo babilonese

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Le narrazioni

In che contesto si può parlare di colline artificiali?  Se ne legge in articoli di architettura se un progetto di pianificazione ambientale prevede un parco che implichi un'alterazione del suolo. Se ne possono trovare anche informazioni in un articolo di quotidiano, o in un settimanale di cultura generale. Se si parla di tumuli, ne parleranno i libri di storia, se una collina di rifiuti gli articoli di cronaca.  Grandi attrazioni, quale il Teufelsberg di Berlino, possono essere segnalate in blog di viaggi.

Gli elementi, le forme e i materiali sostitutivi

Gli elementi che costituiscono le colline artificiali non sono troppo diversi da quelli che compongono le colline in natura; le colline, che per essere definite tali, devono essere alte al massimo 600 metri, possono formarsi per erosione delle montagne, per accumulo di detriti, per corrugamento della crosta terrestre, o per pressione del magma.  Quelle che vengono costruite dall'uomo somigliano maggiormente a quelle nate per accumulo di detriti:  "montagne" di terra, sassi, macerie, scarti, rifiuti accumulati per mezzo di escavatori;  dossi che il tempo, o l'uomo stesso, provvede a coprire di vegetazione.

I numeri

Normalmente una collina, per essere definita tale, deve avere un'altezza massima di 600 m s.l.m. Dentro Milano esiste una collina artificiale, il Monte Stella, formata con i detriti della Seconda Guerra Mondiale, la cui altezza è pari a 170 m. La già citata Teufelsberg a Berlino nasce da circa 75 milioni di metri cubi di macerie causate dal conflitto. 25 milioni sono stati utilizzati per costruire altri due promontori nei dintorni di Berlino.